Partiamo dalle basi. Come si diventa au pair?

Non mi sono ancora soffermata su come si diventi un au pair.  In Vivere come ragazza alla pari negli Stati Uniti l’ho fatta sembrare un po’ troppo facile….sorry guys, c’è un lungo lavoro dietro.

Per prima cosa ci si deve rivolgere ad un’agenzia. Questo non vale se si vuole fare l’au pair in Europa, in questo caso basta iscriversi ai siti online, ma per venire negli Stati Uniti serve un visto specifico che solo un’agenzia può farci avere. I servizi che le varie agenzie offrono sono essenzialmente gli stessi e l’unica vera differenza è il prezzo. Se ci si affida ad un’agenzia più “piccolina” si pagherà di meno ( credo ci siane alcune agenzie che sono adirittura gratis) ma si avranno meno famiglie tra cui scegliere; dall’altro lato se si sceglie un’agenzia grande e rinomata si dovrà pagare di più ma si avrà una maggiore scelta.

I requisiti base ( nella mia agenzia, non sono sicurissima per le altre) sono: età compresa tra 18 e 26, diploma di scuola superiore, 200 ore di esperienza con i bambini, nessun precedente penale e non esseere un fumatore. Io mi iscrissi al sito online, mi contattarono subito per chiedermi se fossi davvero interessata e partecipai ad un meeting informativo (obbligatorio). Mi ricordo che andai a Firenze un sabato mattina senza dire niente a nessuno, poi tornai a casa, raccontai del programma ma i miei non credevano fossi seria hahaha. Well, here I am.  Tornando a noi, durante il meeting ti spiegano tutto nei dettagli e ti fanno un piccolo colloquio in inglese per verificare il tuo livello.

Se ti hanno convinto e vuoi partire, inizia l’avventura. Dal giorno in cui si decide di partire, al giorno in cui realmente si parte, può passare più o meno tempo. Io feci il meeting con loro a novembre e partii ad agosto dell’anno dopo….me la sono presa molto con calma. LA LAUREA. Diciamo che ho una scusa valida per la mia lentezza. Come prima cosa si deve compilare quella che loro chiamano application o profilo. Ci sono varie sezioni: la scuola frequentata, lavori svolti, la famiglia, la storia medica, hobby, passioni e interessi. Si può essere più o meno dettagliati, io ci ho messo 3 mesi a completare il tutto…

Vuoi fare la babysitter a tempo pieno? Bene, devi dimostrare che hai esperienza. Si chiamano “referenze” e ne vogliono 3 che sommate diano almeno 200 ore di lavoro svolto. Non valgono le esperienze familiari, se avete dovuto sopportare vostra sorella minore per 19 anni, mi dispiace ma non vale come esperienza. Si deve anche dimostrare di essere in buona salute e farsi fare un certificato medico dal proprio dottore.

Finalmente hai finito l’application!!! Adesso inizia la parte divertente. Una volta che l’agenzia approva il tuo profilo, automaticamente questo diventa visibile alle host families. Siete online come su Facebook. Ricordatevi, LORO hanno il potere. Sono le famiglie a vedere i vostri profili e a “bloccarvi” se sono interessate. Il bloccare è una specie di mi piace al vostro profilo ma in questo modo diventate insivibili per le altre famiglie. Il primo contatto è solitamente tramite email ( sia dell’agenzia che ti informa che una famiglia ti ha bloccato il profilo e sia della famiglia stessa) per poi passare alle videochiamate su Skype. Lo so, a nessuno piace fare videochiamate su Skype con sconosciuti con cui si deve parlare inglese MA dovrete vivere con questa famiglia per un anno, sicuri di non vederli vedere in faccia?Questa è la storia della prima famiglia che mi bloccò. Mi ero appena svegliata, erano circa le 7 di mattina, e avevo una mail dalla mia agenzia. Cuore a mille, già pensavo “oddio oddio oddio oddio questa famiglia sarà perfetta”. Apro la email e leggo ” la famiglia Taldeitali da Vienna…” VIENNA????? il mio primo pensiero fu ” Ho sbagliato agenzia, io volevo andare negli States!”. Diciamo che mi ci sono voluti 30 secondi per capire che quel VA dopo Vienna indicava lo stato della Virginia. Ovviamente non era la famiglia per me. Ahimè.

Dunque, il nostro profilo è online, siamo state contattati da varie famiglie e abbiamo Skyppato con alcune di queste. E adesso? La scelta della famiglia è in assoluto la cosa più importante. Molti sono frettolosi e scelgono la prima famiglia che le contatta, altre sono più caute. Io parlai con 4 famiglie su skype prima di scegliere la mia. Quando si trova il match perfetto, ovviamente anche in questo caso è la famiglia a chiedere ” vuoi essere la nostra au pair?” ma noi abbiamo il potere di dire no se non siamo convinte.

La parte finale sono i documenti. Venire negli Stati Uniti non è semplice, e adesso Trump non aiuta; ci sono tanti controlli e si devono avere tutti i documenti in regola. Se non si ha un passaporto ne serve uno e nel passaporto verrà stampato il visto. Per il visto si deve andare in una ambasciata americana, con tutti i documenti che ci dà l’agenzia, e sperare che venga accettato ahahah. L’ultima cosa che feci fu la patente internazionale, semplice e veloce. Come tante cose, basta solo pagare e viene rilasciata.

E adesso parte il countdown alla partenza..

P.S. Ricordatevi di iscrivervi per rimanere sempre aggiornati 🙂

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